Perchè si evidenzia un laparocele

La parete addominale è costituita, procedendo dall'interno verso l'esterno, dal peritoneo, dalla struttura muscolo fasciale e dalla cute. La sua sintesi chirurgica deve rigorosamente rispettare questi strati in base al principio generale che i punti di sutura vanno dati su tessuti e piani anatomici analoghi. Ciò vale a conferire alla parete la robustezza necessaria a sopportare la pressione endo-addominale soprattutto durante la fase di cicatrizzazione della ferita. Tuttavia se nell'immediato decorso post operatorio si instaura una infezione del sito chirurgico con coinvolgimento dello strato muscolo fasciale quest'ultimo ne risulta indebolito e un eventuale cedimento totale o parziale dei suoi punti di sutura porta alla formazione di una breccia, anche minima, a livello della quale la tenuta della parete addominale rimane affidata soltanto al peritoneo e alla cute.

Progressivamente e in tempi variabili in questa area di debolezza, spinti dalla pressione presente nella cavità addominale, finiranno con l'insinuarsi segmenti di visceri mobili (intestino tenue e alcuni segmenti del colon) contenuti in un sacco di origine peritoneale. Si formerà quindi un'ernia post laparotomica, che diventando sempre più voluminosa si farà strada nel piano sottocutaneo, lasso, creandovi una cavità, spesso plurisaccata, nella quale possono arrivare a dislocarsi ampie porzioni di intestino così da formare tumefazioni di grandezza variabile, a volte mostruose (fig. 1).

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Fig. 1

Le condizioni più frequenti che predispongono alla formazione di un laparocele sono:

  • infezione del sito chirurgico
  • aumenti improvvisi della pressione endo-addominale nell'immediato decorso post operatorio: vomito, tosse, sforzi.
  • malattie generali come il diabete
  • inadeguatezza del materiale di sutura, errori di tecnica chirurgica.
  • alcuni tipi di laparotomia (tagli longitudinali, oppure obliqui o trasversali)
  • presenza di entero stomie